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martedì 23 novembre 2010

IL CAMMINO PER CONOSCERE MEGLIO SE STESSI - Seconda parte -

Riconoscere ed accettare il "bambino" che si è stati


Una delle cause principali della sofferenza e infelicità negli adulti è quello di ignorare  o dare poca importanza, al tempo in cui siamo stati bambini. Gli atteggiamenti ed i sentimenti provenienti dall'infanzia, influenzano ed interferiscono  moltissimo con la vita di noi adulti e spesso provocano in noi un affaticamento interiore e l'incapacità di rilassarci, quei terribili mal di testa e lo stomaco sottosopra che alimentano le nostre frustrazioni. Il bambino che siamo stati è un essere capace di sconvolgere la vita altrui ma è anche la  parte spaventata e oscura della nostra personalità. Che ci piaccia o no, siamo allo stesso tempo il bambino che eravamo che vive nell'atmosfera del passato, sia l'adulto che tenta di dimenticare il passato e di vivere solo la realtà attuale.  Occorre quindi saperlo riconoscere ed accettare, fissare dei limiti come i genitori fscevano con noi stabilendo delle regole e delle discipline per proteggerci.
Spesso i conflitti tra il bambino del passato e l'adulto che siamo diventati, provoca degli squilibri talmente gravi che necessita l'intervento di specialisti. Si calcola che un medico di base dedichi il 30-50% del suo tempo alla cura di detti disturbi.
I problemi di cui discuteremo invece, non riguarda persone che hanno gravi disturbi mentali, bensì problemi che riguardano la quotidianità della gente comune.
Capire o cercare di capire le cause che determinano la nostra solitudine ed  il nostro malessere interiore.
W.H.Missildine, in base alla sua esperienza come medico psichiatra infantile, stabilisce tre concetti fondamentali:
1- Il tuo bambino del passato: è il bambino che sei stato una volta e che continua ad esistere nella tua vita da adulto.
2- Essere genitore di te stesso: ti stai già comportando da genitore del tuo bambino del passato, le cui reazioni ai tuoi atteggiamenti da genitore hanno causato spesso tanti guai.
3- Rispetto reciproco: è la base per andare d'accordo con il tuo bambino del passato e con le altre persone.

Avendo trattato sia con pazienti  bambini che adulti, ha potuto spesso osservare il bambino in lotta con gli atteggiamenti dei suoi genitori e l'adulto in lotta con gli atteggiamente dei genitori con cui era cresciuto e che continuava ad adottare nei confronti di se stesso.

Molto interessante è la narrazione di come ha influito il bambino del passato sulla vita adulta di  A. Fleming, il quale aveva una totale incapacità di esprimersi e di trasmettere a chiunque altro ciò che provava.

venerdì 5 novembre 2010

IL CAMMINO PER CONOSCERE MEGLIO SE STESSI - Prima parte -

"Questo libro si sforza di spiegare te a te stesso per renderti capace di vivere in modo più ricco, libero ed equilibrato con te e con gli altri......................La mia speranza è che tu riesca a ritrovarti in questo libro e, dopo esserti riconosciuto, tu possa cominciare a considerarti con un pò più di rispetto".
E' quello che scrive W.H.Missildine (neuropsichiatra  infantile statunitense) nella prefazione del suo meraviglioso libro: "Il bambino che sei stato".
Si parte dal presupposto che ognuno di noi è stato bambino e pertanto le esperienze vissute nell' infanzia determinano i nostri atteggiamenti di persone adulte. Il bambino che siamo stati non fà parte del passato, ma continua ad esistere  dentro di noi ed a condizionare i nostri comportamenti e le nostre emozioni. 
"Cosa è successo al bambino che sei stato? E' morto? E' stato buttato da qualche parte come i giocattoli vecchi, la cartella lo slittino? E' stato forse abbandonato, perso nel corso del tempo e alla fine dimenticato?"
Bisognerebbe imparare a ricordare chi siamo stati e l'ambiente in cui siamo vissuti, e come i nostri genitori hanno interagito con noi bambini. Ogni volta che ci troviamo difronte ad un  solo individuo, vuoi amico o compagno di vita o collega di lavoro, dobbiamo considerare che siamo quattro e non due, accanto a noi  ci sono i bambini che siamo stati. Nel libro sono descritte  vicende accadute ad  alcuni pazienti e riportate come esempio, storie che io tralascerò, mentre mi soffermerò in particolar modo sull'esasperazione di alcuni atteggiamenti patogeni e dannosi dei genitori e delle conseguenze che si ripercuotono sul bambino e sull'adulto che esso diventerà.
Ogni schema psicologico è descritto in maniera "pura" che nella realtà non esiste. Ogni atteggiamento non ci riguarderà totalmente ma potremmo ritrovarci in più profili e  non dimentichiamo che i nostri genitori sono esseri umani con le loro debolezze, portatori di atteggiamenti radicati nella loro cultura e del bambino che sono stati.
Vai alla Seconda parte

mercoledì 10 marzo 2010

L'INTERPRETAZIONE DEI DISEGNI E SIGNIFICATO DEI COLORI. (2^ PARTE)


Ora cercheremo di interpretare i disegni dei bambini andando nello specifico .
Nella figura umana il bambino tende a rappresentare se stesso, pertanto una figura umana ben definita, colorata, accurata ed armonica è indice di un bambino che vive un buon rapporto con se stesso e con il mondo che lo circonda. Tutto ciò naturalmente è legato all'età, all'ambiente che lo circonda ed al proprio vissuto.
Ad esempio a 3 anni il bambino disegna “l'uomo girino”, cioè un tondo a cui vengono attaccate delle linee (da 2 a 4 ) che rappresentano gambe e braccia. Solo in seguito aggiungerà dei particolari, primi tra i quali le parti essenziali del viso(occhi-bocca), in seguito e gradualmente aggiungerà i dettagli. Solo dopo i 7 anni, la figura sarà abbastanza realistica, apparirà il profilo e la figura in movimento.
Secondo la teoria di Jung, è importante osservare il bambino mentre disegna e tenere in considerazione:

lunedì 1 marzo 2010

La nonna racconta (dedicata al mio nipotino che adora questa favola)


 I TRE CAPRETTI FURBETTI

C'erano una volta tre capretti molto furbi. Uno era grande ed aveva una voce grossa e due grosse corna sulla fronte, il secondo era grosso la metà ed aveva la voce grossa la metà. il terzo era piccolo ed aveva una voce sottile.Erano stanchi di stare nello stesso posto e volevano andare in un altro pascolo dall'altra parte del ponte. Sotto il ponte abitava un gigante molto, molto cattivo, tutto verde con gli occhi grossi come piatti e il naso lungo e storto. Il capretto più grande dice ai fratelli di attraversare il ponte raccomandandosi di rispondere al gigante, nel caso avesse voluto mangiarli, che poco dopo sarebbe passato il fratello più grosso...
(segue)

lunedì 1 febbraio 2010

Le maestre dell'asilo Cip&Ciop

 
Vi ricordate queste due belle facce? Si, sono loro: Anna Laura Scudieri ed Elena Pesce, educatrici del nido Cip e Ciop.







 Vi ricordate queste due belle facce? Si, sono loro: Anna Laura Scudieri ed Elena Pesce, educatrici del nido Cip e Ciop. Le poverine hanno ammesso le loro responsabilità. La titolare dell'asilo Cip e Ciop e la sua collaboratrice arrestate il 2 dicembre scorso con l'accusa di maltrattamenti sui piccoli che frequentavano l'asilo. Il sostituto procuratore è andato nel carcere di Sollicciano a Firenze e le ha sentite per tutta la mattina. Pesce, assistita dal suo avvocato, ha chiarito le sue reali responsabilità, riconoscendole, ma ha cercato anche di fare capire al magistrato di non essere «un mostro», pur ammettendo gli errori. «È stato un contatto positivo - ha detto il difensore della Scuderi, l'avvocato Alessandro Mencarelli -. La mia assistita è consapevole di quello che ha fatto e molto provata». I due legali hanno chiesto al sostituto procuratore di potere visionare gli interi filmati registrati dagli investigatori. Secondo la difesa, infatti, si potrebbe ridimensionare la posizione delle due indagate. Il pm si è reso disponibile a mostrare i video nei prossimi giorni. Mi rivolgo all'avvocato A.Mencarelli: " Lei sig. avvocato manderebbe all'asilo delle due maestre i suoi figli per far si che anche loro abbiano contatti positivi?"



lunedì 28 dicembre 2009

Dedicato alla donna più generosa del mondo e la più amata dai bambini: La Befana


 La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
con le toppe alla sottana
viva viva la Befana.


La Befana è un'allegra e simpatica vecchina che indossa una gonna lunga e larga tutta ricoperta di toppe colorate, porta uno scialle sulle spalle e un fazzoletto o un cappello in testa e calza le sue famose vecchie scarpe tutte rotte. Nella notte dell'Epifania, in sella alla sua scopa volante, scende sui tetti delle case e si cala nei camini, dove ciascun bambino ha lasciato appesa la propria calza, quindi le riempie con caramelle e dolcetti di ogni tipo, mentre per i bambini meno bravi riserva anche qualche pezzetto di carbone (dolce però).
Fata, maga, strega, generosa e severa... ma chi è alla fine la Befana?.....(Continua)




Nell'antichità si credeva che nelle dodici notti dopo il Natale (e quindi dopo il solstizio invernale), fantastiche figure femminili volassero sui campi appena seminati per propiziare i raccolti futuri. Nella dodicesima notte quindi, si celebrava la morte e la rinascita della natura attraverso la figura pagana di Madre Natura. La notte del 6 gennaio, infatti, Madre Natura, stanca per aver donato tutte le sue energie durante l'anno, appariva sotto forma di una vecchina benevola, che volava per i cieli con una scopa. Oramai secca, Madre Natura era pronta ad essere bruciata come un ramo, per far sì che potesse rinascere dalle ceneri come giovane Natura. Prima di perire però, la vecchina passava a distribuire doni e dolci a tutti, in modo da piantare i semi che sarebbero nati durante l'anno successivo. Da qui l'usanza l'usanza di costruire dei fantocci di paglia che simboleggiano la Befana, destinati ad essere bruciati nella notte dell'Epifania. Le sovrapposizioni diedero origine a molte personificazioni diverse che sfociarono, nel Medioevo, nella nostra Befana.
Una leggenda popolare racconta invece che in una notte tra il 5 e il 6 gennaio, i Re Magi si erano messi in cammino per rendere omaggio al bambino Gesù. Non riuscendo a trovare la strada, bussarono alla porticina della casa di una vecchietta, la Befana. I re Magi chiesero alla Befana se poteva accompagnarli da Gesù a Betlemme . La vecchietta indicò loro la strada ma non li accompagnò perchè aveva troppo da fare. La Befana però si pentì di non aver accompagnato i Rei Magi ed allora riempì le sue grosse calze di dolci e andò a cercare i tre Re Magi senza però trovarli. Allora decise di offrire i dolci a tutti i bambini che incontrava per strada, nella speranza che uno di quelli fosse Gesù. È da quella notte che la Befana, per farsi perdonare, porta i dolcetti a tutti i bambini riempendo le calze appese nel camino.