Pagine

mercoledì 24 novembre 2010

Fleming e il bambino del passato


 Alexander Fleming biologo e farmacologo, nacque in Scozia nel 1881. Nel 1945 ricevette il premio Nobel per  la medicina per aver saputo riconoscere l'importanza di una piccola muffa che  isolata, depurata e sintetizzata, diede origine alla  penicillina. Una grande scoperta che cambiò  l'esistenza di molte persone. Io stessa, nata nel '54, a soli 3 anni, grazie  a Fleming ed alla sua grande scoperta, potei curarmi con  la penicillina e guarii  dalla tubercolosi. Erano  anni in cui si moriva ancora di tbc.
Attraverso molte ricerche in campo batteriologico, Fleming scoprì che la muffa di un fungo conteneva una sostanza in grado di interrompere la crescita dei batteri e che quindi era in grado di curare  infezioni. La provò su alcuni pazienti affetti da vari tipi di infezione e molti miracolosamente guarirono.
La muffa doveva però essere estratta e depurata per ottenere una sostanza potente in grado di guarire e citando Fleming, "Non andai oltre non disponendo dell'aiuto di un chimico".
Non riuscì a convincere i suoi superiori dell'istituto di ricerca che quella scoperta meritasse un'attenzione particolare. Molti anni dopo, nel 1940, il biochimico Chain, s'imbattè per caso  negli scritti di Fleming e credendolo morto,  si servì di quegli appunti con l'aiuto di due collaboratori.. In pochi mesi depurò e  sintetizzò la sostanza germicida: la penicillina.
In poche parole Fleming, nonostante credesse fermamente nei benefici della sua scoperta, non era stato in grado di convincere il brillante scienziato A. Wright nonchè suo superiore.
Ora andiamo a conoscere un pò la sua infanzia. Crebbe in una fattoria scozzese, penultimo figlio (di 10) della seconda moglie di suo padre. I fratelli di primo letto erano molto più grandi di lui, addirittura universitari. Quando nacque l'ultimo figlio suo padre ebbe un ictus e sopravvisse altri due anni. Alexander aveva  4 anni e del padre ricorda la malattia, la sofferenza e l'invalidità ma soprattutto la preoccupazione per l'avvenire dei suoi piccoli. Sicuramente visse la sua infanzia tra il dolore e il silenzio e questo contribuì a renderlo incapace di esprimersi, inoltre la sua posizione all'interno della  famiglia, lo mise in condizione di credere che quello che pensava era molto meno importante di quello che dicevano i suoi brillanti fratelli maggiori. Man mano che cresceva il bambino silenzioso che Fleming era stato continuava a vivere dentro di lui e anche se sapeva di aver trovato in laboratorio una sostanza miracolosa, non cambiò il corso degli eventi non riuscendo a convincere nessuno della sua importanza. Ebbe l'eroica  pazienza di mantenne le sue colture per  12 anni . Quando divenne famoso si innamorò di una giovane dottoressa e per lunghi anni non riuscì a manifestarle il suo amore. Quando si dichiarò  riuscì a farfugliare qualcosa  e questo gli permise di guadagnare la sua dose di calore e di amore dopo aver sofferto per una vita intera a causa del bambino che era stato e che aveva limitato la sua felicità e la  grandezza del suo lavoro.

4 commenti:

Diana ha detto...

L'esperienza di vita ci condiziona certamente, anche inconsciamente, a certe scelte. non conoscevo la vita di Fleming... ti ringrazio per l'interessante condivisione.

mark ha detto...

"Non riuscì a convincere i suoi superiori dell'istituto di ricerca che quella scoperta meritasse un'attenzione particolare"....i "superiori" difficilmente si confrontano alla pari...in troppi per il solo fatto di aver raggiunto determinate posizioni perdono il dono dell'umile confronto...la sua infanzia è stata tribolata, ma nessuno gli ha teso la mano...
salutoni

Ambra ha detto...

mark, ti rispondo con questo aforisma:Chi diffida dei propri lumi è più vicino a conoscere la verità, che un dotto superbo il quale si crede infallibile. Il primo, nel timore d'errare, non errerà; il secondo è già nell'errore, non credendo fallibili le sue cognizioni. (La Bruyère)

Ambra ha detto...

grazie a te Diana.