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martedì 9 marzo 2010

Donne, attente all'uomo affetto dalla sindrome di Peter Pan!



La sindrome di Peter Pan è quella situazione psicologica in cui si trova una persona immatura, che si rifiuta o è incapace di crescere, di diventare adulta e di assumersi delle responsabilità.
Le persone che, durante l’infanzia, sono state poco amate, sviluppano crescendo un malessere e nell'età adulta avrà difficoltà a gestire i propri sentimenti e cercherà nella propria compagna l'amore materno. Questo nuovo sentimento però, può spaventarlo e angosciarlo e solo attraverso il sesso si sentono amate e sicure.
È un momento riassicurante, in cui l'uomo-bambino si lascia andare con il rischio di condurre una vita sessuale sproporzionata e/o incontrollabile. Altri possono diventare infedeli, nonostante una relazione soddisfacente, al solo scopo di sentirsi amate e stimate.
Ne “La favola di Peter Pan e la sindrome di Peter Pan “ di Costanza M.Rosaria, Peter Pan è i il bambino che si rifugia nell’isola che non c’è perchè ha paura di crescere e perchè il suo desiderio è quello di dare una “mamma” a tutti i bambini abbandonati.
Peter Pan è il simbolo dell’immaturità dell’adulto della sua superficialità,
della sua paura o incapacità ad assumersi le responsabilità verso sé e verso i propri figli, rinvia continuamente le scelte importanti, ed è indeciso sul proprio futuro. Ma queste sue insoddisfazioni e insicurezze, sono mascherate dalla disinvoltura o dal bisogno di difendere il proprio sé dai doveri esistenziali,senza riuscire ad intraprendere e conservare nel tempo, rapporti interpersonali autentici e soddisfacenti...




...Il trauma affettivo subito nell'infanzia agisce sulla psiche che si ripiega in modo involutivo su se stessa cercando di colmare quel vuoto di emozioni, attraverso un narcisismo deleterio.
Essere adulto significa per lui essere libero e padrone di sé stesso,
della propria esistenza e dei propri sentimenti.
In genere sono genitori che non sanno ascoltare i propri figli e sono incapaci di crescerli perchè ciò richiede tempo e sacrifici anche se si ritengono maestri di
una vita che non c’è. Guai ad intromettersi e far notare loro che sbagliano, faranno, per “infantile” ripicca, proprio tutto il contrario.
La loro personalità li spinge a fingere, mentire, imitare, recitare un
ruolo, inventare storie straordinarie, idealizzare in positivo le proprie sconfitte, spesso diventano maestri di se stessi e degli altri, esperti di psicologia e di socialità.
Chi è affetto da tale sindrome “è un essere perfetto – scrive il dott. Roberto Cavaliere – che vive in un suo mondo ideale; è vivace, curioso, brillante; ha un'inestinguibile sete di novità e di esperienze; è egocentrico, impaziente, "al di là del bene e del male"; è incapace di fare i conti con la realtà; è ottimista, impulsivo, incostante. Vive in un mondo che non esiste, l'Isola che non c'è, e non ha nessuna intenzione di abbandonarla.
Si sente perfetto, un Dio a cui tutto è dovuto, e davanti a cui il mondo s'inchina ammirato.
Le banalità quotidiane, le difficoltà della vita gli scivolano addosso, si sente speciale, superiore, vive nel futuro,nell'immaginario.
Se vuole qualcosa, lo vuole subito, anche a livello sentimentale scappa da un'avventura all'altra, imprendibile, sfuggente, sempre altrove.
si protegge dalla vita, con tutte le pene che questa comporta, con una patina di giocosità.
Gli uomini affetti dalla "sindrome di Peter Pan" vogliono che la compagna faccia loro da mamma, che li comprenda e che ceda sempre ai loro capricci, proprio come fa Wendy, sempre pronta ad assecondarlo.
Molto spesso questi uomini non riescono a stare senza la loro Wendy ma allo stesso tempo hanno il terrore dei legami e come Peter vogliono solo continuare a divertirsi”.
Per questi soggetti esiste solo l’amicizia da cui possono trarre benefici, non esiste il sacrificio della donazione. Dunque egoismo e narcisismo sono le manifestazioni primarie di coloro che sono affetti datale sindrome.
Le persone che non vogliono crescere e non vogliono essere coinvolti più di tanto nelle situazioni in cui vivono, con sempre più frequenza vanno a ricercare la loro felicità idealizzata (quella sessuale) nei luoghi virtuali e su internet. Questi siti danno sicurezza e si può comprendere visto che il fine sessuale, si realizza più velocemente che negli incontri “tradizionali”, ma crederci e volerci costruire storie serie è veramente pietoso.
La S.P.P. può essere la causa di numerose separazioni. La vita di coppia e familiare richiede tante rinunce e impegna la persona a darsi delle regole, a rispettare quelle dell’altro, ad assumersi delle responsabilità verso il partner e verso i figli.
Una immaturità che provoca screzi fra i coniugi, fa mettere in primo piano le diversità e non l’armonia di due esistenze, alimenta la convinzione che la famiglia opprime e non permette di valorizzare le proprie libertà e le proprie possibilità.
Ogni impegno viene preso come una costrizione inaccettabile e da qui l’intolleranza, il desiderio della fuga e il tradimento.
Due nuove identità si accavallano nella stessa persona: al nuovo partner si mostra un volto che in realtà non esiste e che, nel tempo, porterà a nuove fughe o all’accettazione di una nuova realtà peggiore della precedente, visto che l'individuo é ormai consapevole della propria incapacità di assumersi le sue responsabilità.
“Significativi sono questi voli della fantasia perché sono tipici di persone che inseguono le proprie ombre e cercano di attutire i richiami della coscienza. Costoro non sono in grado di far maturare il fanciullino che c'è in ciascuno di noi senza per questo cancellarlo, proprio come sostiene il "piccolo principe", ricordandoci di non dimenticare di essere stati fanciulli, ma che ciò non deve finire per costituire una gabbia esistenziale”.

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