A causa dello spazio sono costretta a sintetizzare al massimo il contenuto del post anche se ci sarebbe tanto da discutere
E' un atteggiamento patogeno assunto dalle persone di successo che lottano incessantemente per ottenere di più, per ottenere la" perfezione" senza peraltro riuscirci perchè una volta raggiunto lo scopo, pretenderanno ancora di fare meglio.
Chi è il Perfezionista? In genere il perfezionista fa' sforzi disumani affinchè tutto sia perfetto: ogni cosa al suo posto, i colori abbinati nel modo giusto, l'angolatura della finestra regolata perfettamente, la casa sistemata con le cose al posto giusto, le parole giuste al momento giusto, naturalmente precisione negli orari stabiliti, scrupolosa osservazione delle buone maniere, ecc....Difficilmente troverà la persona (partner)che le andrà bene. E' metodico, perfezionista, sistematico e puntiglioso, organizza tutto nei minimi dettagli e pretende dagli altri lo stesso comportamento. Il perfezionista spende più delle energie necessarie, si accanisce nelle prestazioni per ottenere una soddisfazione di breve durata perchè il suo motto è "lottare per fare ancora meglio".
Che cosa ha causato il Perfezionismo? Quando un genitore è esigente e nega al bambino il proprio consenso pretendendo da lui una maturità superiore alla sua età, si crea il "Perfezionismo".Anche quando il bambino farà qualcosa di buono (prendere un bel voto o semplicemente un atto di buona educazione), il genitore non gratifica adeguatamente il bambino ma lo spinge a fare ancora meglio.Il genitore non fa' altro che tenere il proprio figlio sotto costante tensione, in ansia per se stesso e per quello che fa',inculcando in lui disistima e sfiducia di sé.
Il bambino da adulto sarà costantemente preoccupato ed assillato ad ottenere risultati positivi sia in campo fisico che intellettuale e sociale, inoltre sarà perennemente insoddisfatto e
disprezzerà i traguardi che conseguirà sottovalutando i suoi successi.
Che cosa puoi fare?
Cerca di ricordare i momenti di denigrazione del "bambino del passato" e sforzati di ridurre la "sua" tensione inutile di fare sempre meglio
Inventati una modalità tutta tua di considerarti, fissa tu le regole e cerca di ignorare le pretese che i genitori avevano con te.
Affronta e contrasta la tua tendenza ad autodenigrarti, sopporta l'ansia che si crea fino a che non s i sarà consolidato il tuo nuovo atteggiamento, impara a non sminuirti e non lottare per realizzare quell'irraggiungibile perfezionismo.
In questa terza parte inizierete a scoprire che genere di bambino siete stati . In un momento della giornata in cui sarete soli e rilassati, iniziate a richiamare alla mente i momenti della vostra infanzia . Di che umore eravate di solito? Ricordate i momenti in cui vi siete impuntati per ottenere qualcosa, vi siete sentiti tristi o abbandonati? Ricordate i vostri capricci, quando e come venivate castigati? Come cercaviate di conquistare l'approvazione dei genitori? Eravate un bambino felice? Pensate ai momenti in cui vi siete arrabbiati? Quali erano le vostre reazioni? Avevate delle paure? Che cosa vi spaventava?
Tutte le risposte a queste domande sono fondamentali per riuscire a capire chi siete stati ma più importante è ricordare gli atteggiamenti predominanti che hanno assunto i genitori nei vostri confronti.
Cercate di ricordare gli atteggiamenti, le emozioni e i sentimenti dei vostri genitori, a come agivano, a come trascorrevano il tempo libero, la pulizia, il sesso, l'amore.
Certo ci vorrà tempo per ricordare, sarà un lavoro lungo e paziente.
Prendete carta e penna e iniziate ad appuntare tutto ciò che ricordate, pian piano si delineerà il clima in cui siete cresciuti e che ha influenzato il vostro sviluppo emotivo e il vostro modo di pensare.
Ricercate nella quotidianità i tratti principali e /o predominanti che i genitori adottavano con voi. Erano indulgenti o severi? Uno lo era più dell'altro? Che cosa li faceva ridere o arrabbiare? Si preoccupavano della vostra salute? Quanto? Litigavano? Per che cosa? Come si comportavano con vostro fratello o sorella? Usavano atteggiamenti diversi con ognuno di voi? Di quali argomenti discutevate (religione, sesso, tabù, razzismo) e come la pensavano a riguardo? Tutte queste domande vi aiutano a ricordare l'atmosfera familiare in cui avete vissuto e che di conseguenza avete assorbito.
Ripeto, questi atteggiamenti sono consueti in tutti i genitori ma la qualità patogena o dannosa dipende dal modo eccessivo in cui sono stati applicati e che hanno contribuito alla formazione della vostra personalità:.
Si è sempre asserito che gli uomini fossero più soggetti all'infarto e invece sono le donne a correre di più questo rischio. Nell'età fertile le donne sono protette dagli estrogeni, ma quando arriva la menopausa l'organismo femminile subisce delle trasformazioni: aumenta il colesterolo detto cattivo (Ldl) e diminuisce quello buono (Hdl), si aumenta di peso, aumenta la pressione arteriosa e puo sopraggiungere il diabete. Pertanto nella donna i casi di infarto e di ictus cerebrale aumentano progressivamente con l'avanzare degli anni fino a superare quelli maschili. Gli ultimi dati Istat confermano che le malattie cardiovascolari rappresentano il 44% delle cause di morti nelle donne contro il 33% negli uomini, ma nonostante ciò, queste patologie sono ancora considerate maschili. Le donne sono svantaggiate nella tutela della loro salute a causa di alcuni fattori socio-culturali e caratteriali: svolgere il lavoro domestico, accudire ai figli, avere un lavoro fuori casa, la tendenza a preoccuparsi prima dei problemi altrui che dei propri, fanno si che la donna è soggetta a continui stati di stress. Da qui la messa a punto di un vademecum in " rosa" per proteggere il cuore delle donne e prevenire l'infarto del miocardio. Tenendo conto che una corretta informazione è la base della prevenzione, nel documento viene ribadita l'importantanza di un corretto stile di vita, di un'adeguata terapia farmacologica in caso di presenza di fattori di rischio cardiovascolare qualei l'pertensione, il diabete, l'ipercolesterolemia, dà inoltre indicazioni sulle patologie tipiche della menopausa: ipertensione, ipercolesterolemia, diabete , osteoporosi,...
Un dato che ci inquieta è che le donne colpite da infarto acuto hanno una maggiore mortalità in quanto il loro rischio viene sottostimato dai medici curanti e ricevono di conseguenza un minor numero di indagini diagnostiche, oltre che a un trattatamento adeguato con farmaci per prevenire le malattie cardiovascolari come aspirina, statine e betabloccanti.
( da Sindacato e servizi)
Alexander Fleming biologo e farmacologo, nacque in Scozia nel 1881. Nel 1945 ricevette il premio Nobel per la medicina per aver saputo riconoscere l'importanza di una piccola muffa che isolata, depurata e sintetizzata, diede origine alla penicillina. Una grande scoperta che cambiò l'esistenza di molte persone. Io stessa, nata nel '54, a soli 3 anni, grazie a Fleming ed alla sua grande scoperta, potei curarmi con la penicillina e guarii dalla tubercolosi. Erano anni in cui si moriva ancora di tbc.
Attraverso molte ricerche in campo batteriologico, Fleming scoprì che la muffa di un fungo conteneva una sostanza in grado di interrompere la crescita dei batteri e che quindi era in grado di curare infezioni. La provò su alcuni pazienti affetti da vari tipi di infezione e molti miracolosamente guarirono.
La muffa doveva però essere estratta e depurata per ottenere una sostanza potente in grado di guarire e citando Fleming, "Non andai oltre non disponendo dell'aiuto di un chimico".
Non riuscì a convincere i suoi superiori dell'istituto di ricerca che quella scoperta meritasse un'attenzione particolare. Molti anni dopo, nel 1940, il biochimico Chain, s'imbattè per caso negli scritti di Fleming e credendolo morto, si servì di quegli appunti con l'aiuto di due collaboratori.. In pochi mesi depurò e sintetizzò la sostanza germicida: la penicillina.
In poche parole Fleming, nonostante credesse fermamente nei benefici della sua scoperta, non era stato in grado di convincere il brillante scienziato A. Wright nonchè suo superiore.
Ora andiamo a conoscere un pò la sua infanzia. Crebbe in una fattoria scozzese, penultimo figlio (di 10) della seconda moglie di suo padre. I fratelli di primo letto erano molto più grandi di lui, addirittura universitari. Quando nacque l'ultimo figlio suo padre ebbe un ictus e sopravvisse altri due anni. Alexander aveva 4 anni e del padre ricorda la malattia, la sofferenza e l'invalidità ma soprattutto la preoccupazione per l'avvenire dei suoi piccoli. Sicuramente visse la sua infanzia tra il dolore e il silenzio e questo contribuì a renderlo incapace di esprimersi, inoltre la sua posizione all'interno della famiglia, lo mise in condizione di credere che quello che pensava era molto meno importante di quello che dicevano i suoi brillanti fratelli maggiori. Man mano che cresceva il bambino silenzioso che Fleming era stato continuava a vivere dentro di lui e anche se sapeva di aver trovato in laboratorio una sostanza miracolosa, non cambiò il corso degli eventi non riuscendo a convincere nessuno della sua importanza. Ebbe l'eroica pazienza di mantenne le sue colture per 12 anni . Quando divenne famoso si innamorò di una giovane dottoressa e per lunghi anni non riuscì a manifestarle il suo amore. Quando si dichiarò riuscì a farfugliare qualcosa e questo gli permise di guadagnare la sua dose di calore e di amore dopo aver sofferto per una vita intera a causa del bambino che era stato e che aveva limitato la sua felicità e la grandezza del suo lavoro.
E' da poco meno di un anno che ho aperto il Blog VIVERE DONNA, e l'ho fatto per mettere alla prova le mie capacità. Non aspiro ad avere consensi scrivo solo per il gusto di scrivere, invento, mi documento, m'informo, vado a curiosare e facendo ciò faccio del bene a me stessa ed è quello che voglio sopra ogni cosa. Non nego di essere orgogliosa quando leggo i commenti, lo sono e molto, soprattutto quando vedo che i miei articoli sono seguiti ed apprezzati. Ogni tanto vado a vedere le visite al mio Blog che da 1, poi 2, sono diventate 10-20-30, sono arrivate addirittura a 185 e che i contatti provengono da ogni parte d'Italia, dalla Germania, dall'Inghilterra, dalla Svizzera, dagli Stati Uniti,ecc...ecc....
A TUTTI, PROPRIO A TUTTI QUELLI CHE PASSANO ATTRAVERSO IL MIO BLOG, INVIO UN RINGRAZIAMENTO ED I MIEI PIU' CARI SALUTI !!!!
Riconoscere ed accettare il "bambino" che si è stati
Una delle cause principali della sofferenza e infelicità negli adulti è quello di ignorare o dare poca importanza, al tempo in cui siamo stati bambini. Gli atteggiamenti ed i sentimenti provenienti dall'infanzia, influenzano ed interferiscono moltissimo con la vita di noi adulti e spesso provocano in noi un affaticamento interiore e l'incapacità di rilassarci, quei terribili mal di testa e lo stomaco sottosopra che alimentano le nostre frustrazioni. Il bambino che siamo stati è un essere capace di sconvolgere la vita altrui ma è anche la parte spaventata e oscura della nostra personalità. Che ci piaccia o no, siamo allo stesso tempo il bambino che eravamo che vive nell'atmosfera del passato, sia l'adulto che tenta di dimenticare il passato e di vivere solo la realtà attuale. Occorre quindi saperlo riconoscere ed accettare, fissare dei limiti come i genitori fscevano con noi stabilendo delle regole e delle discipline per proteggerci.
Spesso i conflitti tra il bambino del passato e l'adulto che siamo diventati, provoca degli squilibri talmente gravi che necessita l'intervento di specialisti. Si calcola che un medico di base dedichi il 30-50% del suo tempo alla cura di detti disturbi.
I problemi di cui discuteremo invece, non riguarda persone che hanno gravi disturbi mentali, bensì problemi che riguardano la quotidianità della gente comune.
Capire o cercare di capire le cause che determinano la nostra solitudine ed il nostro malessere interiore.
W.H.Missildine, in base alla sua esperienza come medico psichiatra infantile, stabilisce tre concetti fondamentali:
1- Il tuo bambino del passato: è il bambino che sei stato una volta e che continua ad esistere nella tua vita da adulto.
2- Essere genitore di te stesso: ti stai già comportando da genitore del tuo bambino del passato, le cui reazioni ai tuoi atteggiamenti da genitore hanno causato spesso tanti guai.
3- Rispetto reciproco: è la base per andare d'accordo con il tuo bambino del passato e con le altre persone.
Avendo trattato sia con pazienti bambini che adulti, ha potuto spesso osservare il bambino in lotta con gli atteggiamenti dei suoi genitori e l'adulto in lotta con gli atteggiamente dei genitori con cui era cresciuto e che continuava ad adottare nei confronti di se stesso.
Molto interessante è la narrazione di come ha influito il bambino del passato sulla vita adulta di A. Fleming, il quale aveva una totale incapacità di esprimersi e di trasmettere a chiunque altro ciò che provava.
Dalle stime parziali Istat del 1° ottobre, relative alla disoccupazione nel nostro Paese, emerge un segnale favorevole: sembra che la disoccupaziona sia diminuita del 2%. Ma quello che invece dovrebbe preoccuparci è che da tali stime, il 49,2% delle donne sia definita inattiva, e che quindi quasi una donna su due rinuncia a cercare un posto di lavoro.
Per meglio indagare sulla causa di questo fenomeno è utile prendere in considerazione i risultati di una ricerca condotta dalla Medec (centro demoscopico metropolitano di Bologna) all'inizio di quest'anno. Su un campione di 1000 donne, si è evidenziato che la precarietà lavorativa incide negativamente sulla condizione sociale e sull'autostima delle donne, soprattutto su quelle che hanno superato i 40 anni d'età.
E' possibile che anche questo incida sull'effetto scoraggiamento?
Dalla stessa ricerca risulta un altro dato preoccupante: la provvisorietà del lavoro incide sulla scelta della maternità, in quanto la donna con un contratto di lavoro precario rimanda per paura di perdere il lavoro (60%). Il 19% addirittura, dichiara di aver perso il lavoro proprio a causa della maternità.
In un articolo del Wall Street Journal firmato da G. Menotti, si definisce l'Italia un paese in cui si sta realizzando un suicidio demografico, che causarebbe ripercussioni catastrofiche sia in campo sociale che in quello economico. Un'altra considerazione che emerge da questo articolo è che il calo demografico riguarda il centro Italia e il nord (zone industializzate e più ricche del Paese), mentre Napoli, conosciuta come capitale della disoccupazione, risulta la città più fertile.
Tirando le somme possiamo dire con certezza che la precarietà del lavoro ha una forte incidenza negativa in maggior misura sulle donne causando appuntol'effetto scoraggiamento.
E' trascorso un anno e le date mi martellano in testa. 1° settembre........1° novembre......14 novembre.....
Date da ricordare....date da dimenticare, date che hanno cambiato il corso della mia vita.Vorrei tanto tornare indietro nel tempo. Non per gli anni che si sono accumulati sulle mie spalle, ma poter rivivere la mia vita, per poter riparare ai miei errori e a quelli che ho subito, con il senno di oggi, con la testa di oggi, con i sentimenti di oggi che compio 56 anni.
Oggi che vedo con chiarezza il tempo trascorso e so che cosa voglio. Spesso mi chiedo il perchè della mia esistenza. Valeva la pena di vivere la mia vita? Eppure sono qui, con le mie incertezze, la mia amarezza, la mia solitudine dell'anima. Sono qui e faticosamente vivo, aggiungendo un giorno dopo l'altro i mattoni dei miei anni per costruire la mia vita. Ho sempre combattuto e sono stanca. Vorrei riporre le armi ma non posso, devo ancora combattere perchè hanno bisogno di me, ma so con certezza che arriveranno ancora momenti bui. Mi chiedo con angoscia " Che ne sarà di me ?" "Sarò ancora in grado di lottare?" O finalmente avrò quel pezzettino di felicità che darà ossigeno e colore alla mia vita?
Intanto vivo.....
Non so se gli "sciughetti" si fanno in altre regioni d'Italia o se sono conosciuti con un altro nome, ma nelle Marche, questo dolce è tipico di questo periodo di vendemmia perchè è fatto con il mosto.
Ingredienti: 2 litri di mosto; 200 gr. di farina di mais; alcune noci .
Il procedimento è uguale a quello della polenta. Si bollire il mosto per 1 ora circa schiumandolo, cioè si toglie la schiuma che si forma con la bollitura. Questa operazione può essere fatta anche il giorno prima. Al liquido freddo si aggiunge la farina gialla a pioggia e mescolare con una frusta per evitare che si formino grumi. Portare ad ebollizione e far bollire per circa 30-40 min. (controllate la consistenza che deve essere come quella della polenta), negli ultimi minuti di cottura aggiungete le noci tritate precedentemente, quindi versare in una fiamminga (vassoio di coccio).
"Questo libro si sforza di spiegare te a te stesso per renderti capace di vivere in modo più ricco, libero ed equilibrato con te e con gli altri......................La mia speranza è che tu riesca a ritrovarti in questo libro e, dopo esserti riconosciuto, tu possa cominciare a considerarti con un pò più di rispetto".
E' quello che scrive W.H.Missildine (neuropsichiatra infantile statunitense) nella prefazione del suo meraviglioso libro: "Il bambino che sei stato".
Si parte dal presupposto che ognuno di noi è stato bambino e pertanto le esperienze vissute nell' infanzia determinano i nostri atteggiamenti di persone adulte. Il bambino che siamo stati non fà parte del passato, ma continua ad esistere dentro di noi ed a condizionare i nostri comportamenti e le nostre emozioni.
"Cosa è successo al bambino che sei stato? E' morto? E' stato buttato da qualche parte come i giocattoli vecchi, la cartella lo slittino? E' stato forse abbandonato, perso nel corso del tempo e alla fine dimenticato?"
Bisognerebbe imparare a ricordare chi siamo stati e l'ambiente in cui siamo vissuti, e come i nostri genitori hanno interagito con noi bambini. Ogni volta che ci troviamo difronte ad un solo individuo, vuoi amico o compagno di vita o collega di lavoro, dobbiamo considerare che siamo quattro e non due, accanto a noi ci sono i bambini che siamo stati. Nel libro sono descritte vicende accadute ad alcuni pazienti e riportate come esempio, storie che io tralascerò, mentre mi soffermerò in particolar modo sull'esasperazione di alcuni atteggiamenti patogeni e dannosi dei genitori e delle conseguenze che si ripercuotono sul bambino e sull'adulto che esso diventerà.
Ogni schema psicologico è descritto in maniera "pura" che nella realtà non esiste. Ogni atteggiamento non ci riguarderà totalmente ma potremmo ritrovarci in più profili e non dimentichiamo che i nostri genitori sono esseri umani con le loro debolezze, portatori di atteggiamenti radicati nella loro cultura e del bambino che sono stati. Vai alla Seconda parte
Polenta ,polenta e polenta. E' tempo di polenta. Con lo stoccafisso, con le vongole, al ragù, con gli osei, farcita al forno con cotto e mozzarella, ma quella che gradisco particolarmente è quella con salsiccia e funghi.
Ingredienti per 4 persone: 350 gr. di farina di mais (da noi si usa quella abbastanza fina e la facciamo morbida),lt. 1,5 ca. di acqua; sale qb.(la giusta proporzione è: 200gr di farina e 1/2 litro abbondante di acqua)
per il condimento: 4 salsicce, olio d'oliva, funghi misti (vanno bene anche quelli surgelati), 2 fettine di provola affumicata o qualsiasi altro formaggio filante tipo,fontina ecc.., parmigiano.
Mettete in una pentola l'olio d'oliva e fate rosolire le salsicce sbriciolate, quando sono ben rosolite aggiungete i finghi e salate. Fate cuocere fino a che l'acqua non sarà tutta assorbita.
Intanto mettete sul fuoco una pentola con l'acqua salata (non tutta una parte la fate bollire a parte e l'aggiungete se necessario un poco alla volta). Aggiungete la farina di mais nell'acqua fredda e iniziate a mescolare fino a portarla ad ebolizzione. Mescolate e fate cuocere per circa 40 minuti a fuoco basso. 5 min. prima di toglirla dal fuoco aggiungete il formaggio affumicato tagliuzzato e una bella manciata di parmigiano. Servitela nei piatti (si raccomanda uno strato sottile) o negli appositi piatti di legno e condite con il sughetto di funghi e salsiccia.
E' arrivato l'autunno ed uno dei piatti tipici di questo periodo è la polenta, una pietanza fatta con la farina di mais. Ognuno di noi, vuoi per usanze regionale vuoi per gusto personale, la condisce con svariatite salse e sughetti. Infatti la polenta si presta a tanti condimenti ma quella che vi descrivo io è una ricetta tipicamente regionale e dal gusto un pò particolare: la polenta con il vino cotto.
Ingredienti per 4 persone: 350 gr. di farina di mais (da noi si usa quella abbastanza fina e la facciamo morbida),3,5-4 litri di acqua; sale qb (in questo caso se ne usa pochissimo); 2 litri di mosto.
Per preparare il vino cotto basta mettere il mosto sul fuoco e farlo bollire lentamente fino ad addensarlo Occorrono 1-2 ore circa e se ne ricava circa 2 bicchieri.
Una volta pronto il "vin cotto" procedete a preparare la polenta usando anche la ricetta che siete soliti usare.
Io metto nella pentola 3 litri di acqua leggermente salata e verso subito la farina, mescolo con la frusta per evitare grumi e la porto ad ebollizione molto lentamente; la faccio bollire per circa 40 min. aggiungendo se necessario l'altro litro di acqua salata che faccio bollire in un pentolino a parte.
Verso la polenta nella "spianatora" ( tavola di legno su cui stendere la polenta) e condisco con il vin cotto.
Ho avuto tante delusioni amorose nella vita. L'uomo che incontravo sembrava perfetto, poi.... scoprivo l'altra faccia della medaglia: o era sposatoe e mai avrebbe lasciato sua moglie, o ne aveva diverse contemporaneamente, o dopo alcuni mesi mi ritrovavo in una saletta del pronto soccorso per ricucire le mie ferite corporee e morali. Mai e poi mai ho conosciuto un uomo che andasse bene per me. Poi un giorno sono entrata in un negozio e l'ho visto, lo guardavo intensamente e lui eretto non dava cenno d'interessamento. Ho pensato: il solito str... con la puzza sotto il naso, ma mi piace da morire, farei pazzie per lui, tanto una delusione in più o una in meno non farebbe differenza.
Dopo gli acquisti esco dal negozio. Lui mi segue .....senza essere invadente. Cammina vicino a me, parliamo del più e del meno. Sono arrivata sotto casa e lo faccio salire, gli offro da bere ma non ne vuole è seduto sul tavolo e mi guarda intensamente. Sono imbarazzata, lui è bellissimo, la sua testa rasata luccica sotto la luce calda della lampada. Si chiama Giulio. Giulio!! Che bel nome!! E' la prima volta che mi spingo oltre dopo il primo incontro. Dico di avere molto caldo, gli volto le spalle e lentamente mi spoglio mentre mi avvio verso la doccia. Mi giro verso di lui nella mia nudità e rimango esterrefatta difronte alla sua bellezza. Anche lui è nudo e il suo corpo è imponente, alto e slanciato, i suoi muscoli vibrano sotto la sua pelle. Lo abbraccio e insieme ci avviamo sotto la doccia .....non ho mai provato con nessuno niente di simile, fa' tutto ciò che desidero, senza chiedere: erotismo, sesso e amore fino a che, sfinita, scivolo accanto a lui sul piatto della doccia mentre l'acqua mi scorre addosso calda e benefica.
E' trascorso un anno dal nostro primo incontro, non ci siamo mai lasciati. A volte quando sono in ufficio penso a lui e non vedo l'ora di correre a casa per abbracciarlo e sentire il suo corpo vibrante. Giulio. Non c'è cosa che mi contraddice, mi accontenta in tutto e comprende anche i miei più intimi pensieri. Non uno screzio, non un litigio ma solo dolcezze e amore. Spesso faccio lunghe chiacchierate con lui, parlo dei miei problemi o degli avvenimenti della mia giornata, lui mi ascolta paziente, non sbuffa come facevano gli altri uomini della mia vita, m'incoraggia a parlare a sfogarmi, vivo la mia vita in piena libertà tanto sa che la sera torno da lui e .... fare l'amore è più bello. Non posso più fare a meno del mio vibratore:- non lasciarmi mai Giulio, ti prego! Nessuno uomo prenderà mai il tuo posto, sei l'unico maschio della mia vita che sappia rispettarmi e lo sarai per sempre.
Chi ha ucciso Sarah Scazzi? E' quello che ci chiediamo da quando è stato ritrovato il corpo di Saah nel pozzo. Lo zio? La figlia Sabrina? Non sappiamo chi mente e chi dice la verità. Due le ipotesi: nella prima se fosse stato lo zio Michele il movente sarebbe a scopo sessuale quindi l'avrebbe uccisa in un momento di rabbia perchè Sarah potrebbe averlo minacciato di dire tutto ai familiari riguardo le molestie subite da parte dello zio. Nella seconda ipotesi se fosse stata Sabrina, il movente sarebbe per motivi di gelosia. Una gelosia morbosa nei confronti della cugina che stava sbocciando in tutta la sua bellezza e che quindi, inevitabilmente attirava le tenerezze e le attenzioni di tutti tra cui quella per Ivano, il ragazzo su cui aveva convogliato la sua passione ossessiva.
Se fosse veritiera la seconda ipotesi Michele Messeri sarebbe vittima di Sabrina e forse della moglie e non carnefice!
All'inizio della storia ha dichiarato di essere stato lui a strangolare la nipote a causa delle attenzioni che aveva rivolto alla piccola Sarah, ma potrebbe essersi assunto le colpe a fin di bene, per un ennesimo sacrificio verso la famiglia e soprattutto per salvare sua figlia Sabrina. Non dimentichiamo che tra la scomparsa di Sarah e il ritrovamento del suo corpo, sono intercorsi 43 giorni e la famiglia Messeri avrebbe avuto tutto il tempo per studiare a tavolino e accordarsi dettagliatamente sugli avvenimenti, oltre ad aver pulito accuratamente il luogo del delitto.
Si dice che Misseri non dormiva neanche nel letto con la moglie e che le tre donne di casa lo trattavano malamente, si rivolgevano a lui sempre con arroganza e lui sfogava la sua frustrazione nel lavoro. Si alzava alle 3 del mattino e lavorava fino a sera tarda. Non è l'immagine di una famiglia serena e unita, lui comandava meno di zero. Ha subito le angherie di tutti i familiari i quali avrebbero potuto mettergli in bocca le parole da dire, avrebbero persino potuto imporgli di assumersi la responsabilità del delitto. Immaginiamo solo per un attimo Michele Messeri alle prese con un cellulare? Ha detto di averlo tenuto nascosto in macchina per qualche giorno, di aver tolto la simcard, addirittura sono partite alcune telefonate dallo stesso.... No un uomo semplice non sarebbe arrivato a tanto, sono anni che provo a spiegare a mio padre come si usa un telefonino. Ci ho rinunciato. Di nuovo pongo a voi la domanda: VITTIMA O CARNEFICE ?
La notizia che Sarah Scazzi, la quindicenne di Avetrano, prima scomparsa e poi uccisa e abusata da morta, rimbalza sui rotocalchi da tempo. I media ogni giorno ne parlano in prima notizia, i talk show formulano ipotesi, discutono sulle dinamiche dei fatti, sul movente... Ma nessuno sa con certezza quello che è successo realmente, solo Sarah sa la verità . Anche il suo assassino o i suoi assassini sanno ma purtroppo non ci diranno mai come si sono svolti realmente i fatti, forse perchè la verità non giustificaherebbe un omicidio semplicemente "bestiale" di una 15 enne.
Già dalla notizia della scomparsa di Sarah del 26 agosto , avevo capito che era succeso qualcosa di veramente grave e che la ragazzina era stata uccisa a scopo sessuale come poi è stato confermato. Ma mai avrei pensato che l'atroce delitto si sarebbe consumato all'interno delle mura famigliari. Al ritrovamento del cellulare i sospetti sono andati allo zio ma la crudezza e l'efferatezza hanno superato di gran lunga l'idea che mi ero fatta.
In tutta questa storia che spero si risolva, mi rimane impresso il volto di mamma Concetta. Una donna giudicata "dura" perchè non ha versato lacrime, come se le lacrime fossero la sola manifestazione di dolore. Quante ne ha versate Sabrina la cugina sospettata di concorso in omicidio?
Concetta, il volto pallido e scavato di chi ha trascorso notti insonni cariche di dubbi e di dolore, messo in risalto ancor più dai suoi rossi capelli. Una donna che ha vissuto una vita senza amore, a soli 3 anni è stata allontanata dalla sua famiglia d'origine per essere affidata ad un'altra "mamma" e quindi privata dall'affetto dei suoi veri genitori. Una bambina che ha imparato presto a chiudersi in se stessa, a trattenere le sue emozioni senza per questo amare immensamente come ha amato i suoi figli, magari senza tante "smancerie" o coccole e tenerezze. Non le conosce, non gliele hanno insegnate ed è difficile per lei esternarle. Ho sentito dire che Sarah si lamentava di questa madre dura e che voleva farsi adottare dagli zii (forse l'hanno detto per allontanare i sospetti su di loro). Non ci credo! Sono cose che si dicono soprattutto da bambini e /o adolescenti. Anche mia figlia da piccola mi diceva che non voleva me come mamma e che avrebbe desiderato quella della sua amichetta Francesca. Poi un giorno,dopo essere stata dalla sua amica per tutto il giorno, torna a casa e abbracciandomi mi dice :- Mamma sei meglio tu, ti voglio bene.
Concetta, una donna forte e fragile allo stesso tempo, una donna sola senza um marito vicino e con il figlio lontano. Ora è rimasta davvero sola con il suo dramma dentro al cuore, con i suoi perchè, senza conoscere la verità. L'unico conforto per mamma Concetta, è la certezza nella continuazione dell'esistenza della persona pertanto sa che Sarah non è morta e tornerà in vita attraverso la reincarnazione.
Ti sono vicina mamma Concetta e sono convinta che lo sono anche tante altre mamma che comprendono il tuo grande dolore.
Ecco il dolore dell'ennesima donna tradita che mi scrive raccontandomi la sua storia. Ne ho ricevute diverse, anche belle storie a lieto fine, così mi è venuta voglia di " raccontarne " alcune sul mio blog, visto che è dedicato alle donne e naturalmente con il loro consenso. Per ovvii motivi non pronuncerò il loro vero nome e tralascerò alcuni avvenimenti che potrebbero identificarle.
" E' avvenuto tutto per caso. Ho notato qualcosa di diverso in mio marito, i rapporti non erano più quelli di prima, si avvicina, mi bacia, mi accarezza nelle parti più intime, ma in lui non c'è desiderio, non ha l'erezione e tronca il rapporto dicendo : sono stanco...lo stress....i debiti ...non riesco a concentrarmi.
Sono preoccupata. Si, ci sono problemi, ci sono sempre stati eppure ciò non era mai accaduto...chissà....
Passano i giorni e lui è sempre più distratto, lo sguardo perso nel nulla, non partecipa alle discussioni, evita la compagnia, non vuole uscire con me... E' sempre nervoso e tratta male i figli, i nipoti sono per lui un tormento, non vede l'ora che se ne vanno per poter stare al PC. M'insospettisco e inizio a controllarlo, so che nasconde qualcosa: strane telefonate a notte inoltrata, diversi "ha sbagliato numero....", codice segreto al cellulare, ed anche al pc che abbiamo sempre condiviso (oltretutto è a mio nome). Non era mai successo ci eravamo sempre fidati l'uno dell'altra e non ci eravamo mai nascosti nulla. Ho sempre detto a tutti che sulla fedeltà di mio marito e che avrei messo non una ma tutte e due le mani sul fuoco tanto ero sicura di lui. Oggi purtroppo mi ritrovo con entrambe le mani bruciate.
Quando chiamavo mio marito al cellulare lo trovavo spesso occupato per mezz'ore intere e lui diceva: non prende il telefono oppure ero al telefono con il mio capo . Ma verificando casualmente il cellulare avevo notato che la telefonata con il capo era durata 1 solo minuto mentre nella mezz'ora precedente, stranamente c'era il vuoto, segno che la telefonata era stata cancellata. Gli chiedo se per caso chatta con qualcuno e lui nega e giura sui figli e sui nipotini che non ha mai chattato in vita sua e non ne conosce neanche il meccanismo. Poi decido di crearmi un nick e faccio commenti sui suoi post, sono straconvinta che prima o poi lui mi contettarà. Più prima che poi, dopo soli due giorni lui mi invita alla chatt. Rispondo e con il cuore in gola entro in intimità, lui non sa di parlare con me e mi dà il suo numero di cellulare e mi corteggia. Si lamenta: - Sai ho una moglie gelosissima, con lei non va più bene , io ho voglia di coccole e tenerezza mentre lei mi attacca sempre ed io ho il cuore indurito. Chiamami pure al cellulare ma se c'è mia moglie vicino a me dico che hai sbagliato numero. Sai.... mi controlla, ho il suo fiato sul collo....... L'ho tradita solo poche volte,....ho avuto solo tre storie importanti che sono durate alcuni mesi. Erano storie di luna, stelle, coccole e baci, ecc... Il sangue fa difficoltà a scorrere nelle mie vene. Allora i miei sospetti erano fondati! Quando rimanevo sola con i miei figli e attendevo che lui tornasse dagli impegni di lavoro ben retribuiti che lo portavano fuori città.....lui era con altre donne.....Per questo tornava a casa con le tasche vuote ed io rimboccandomi le maniche cercavo di fare qualcos'altro (oltre al mio lavoro stressante) per arrotondare e dare qualcosa in più ai miei figli. Affronto mio marito il quale rimane di pietra scoprendo che topolino ero io e che aveva raccontato a me i suoi bagordi e che si era lamentato di me.
I controlli si fanno più assidui e un giorno leggendoe la cronologia sul PC trovo alcune invocazioni d'amore, fiori e frasi tenere inviate: AMOREEE TORNA IN CHATT!!! PERCHE' L'HAI FATTO !!! ERA L'UNICO MODO PER POTERCI SENTIRE SENZA INSOSPETTIRE MIA MOGLIE!!! PERCHE' HAI CANCELLATO TUTTOO!!! e ancora: SE CHIUDO IMPROVVISAMENTE SAI PERCHE', C'E' MIA MOGLIE NELLA STANZA ACCANTOE NON VORREI CHE.... AMORE MIO MI MANCHI DA MORIRE....CI SEI?????? VIENI IN CHATT????
Il tremore mi sconvolge il corpo , sono una statua di gesso, il cuore batte a mille forse scoppierà fuori dal mio petto...mi dico che non è vero, mio marito no, non mi farebbe mai questo. Piango chiamo la mia amica e le racconto l'accaduto, neanche lei crede a quello che legge, mi abbraccia e mi consola, piange insieme a me. Quando la sera mio marito torna e l'accuso delle malefatte s'infuria, urla e dice che non dovevo curiosare tra le sue cose e che può denunciarmi per violazione della privacy. Non mi dice: amore ma che dici, non è niente quello che hai letto, non riguarda me, sono frasi che ho copiato da qualche libro o che so che...Mi attacca: è la miglior difesa di un colpevole. E' presente anche la mia amica che rimane stupefatta difronte a quell'uomo che fino a poche ore prima credeva un amico sincero e corretto. Trascorrono diversi giorni di litigi, accuse e pianti, lui giura che la storia è finita e che con quella era stato tutto un gioco per divertirsi. Loro si sono divertiti ed io? No, io no. Ho pianto e urlato, avrei voluto morire. Comunque l'altra ora non c'è più è sparita dalla sua vita dice lui e io con il cuore stretto in una morsa provo a dimenticare ed a riattaccare la mia vita spaccata. Passano 2 mesi esatti e sempre casualmente vado sul pc in attesa di uscire. Dobbiamo festeggiare il compleanno di mio figlio a casa di mia figlia visto che la nipotina è appena tornata dall'ospedale per una febbre altissima. Lui ci raggiungerà più tardi, ha tanto da fare al pc. Lui intanto è fuori che fuma. Vedo una mail : -Amore che c'è, oggi ti sento strano.Tra poco tornerà a casa mio marito, ho tanta paura, forse sospetta qualcosa..... Ti amo tanto. Sissi
-Non ho nulla amore mio , è che devo andare a casa di mia figlia, non voglio andare, io voglio stare con te!
Rimango di pietra, mi si appanna la vista, il mio cuore non batte, frulla all'impazzata, credo stia scoppiando. Tremo e rispondo :-Che troia allora sei tu l'amante di mio marito!!! Ma non vi vergognate??!! Da te non me lo sarei mai aspettato!!!!
E' un'amica virtuale alla quale confidavo le mie paure e che mi dava dei buoni consigli tipo: fatti bella ed esci senza dir nulla a tuo marito vedrai che lo riconquisterai. Lei che faceva la vittima e diceva di aver subito lo stesso mio destino, che diceva di amare il marito sopra ogni cosa e che invece odiava, lei era " l'altra", quella che si accordava con mio marito prima di rispondere alle mie mail quella che stava per ore al pc ad amoreggiare con lui, quella che voleva conoscerlo a tutti i costi perchè era un poeta romantico. Dio mio con quali persone ho avuto a che fare fino ad ora? Chi è mio marito!?
Mi ha sempre tradito e d'accordo con l'altra cospiravano dietro le mie spalle. io che avrei messo entrmbe le mie mani sul fuoco per la fiducia che avevo nei confronti di mio marito. Non riesco più ad amarlo, non riesco più ad avere fiducia in lui, non riesco ad apprezzarlo ed io mi sento vuota dentro. Tutti questi anni trascorsi con lui sono stati inutili.
Ora mi ritrovo sola e umiliata, non vedo luce, non vedo felicità nel mio futuro. Ho provato infinite volte a ricostruire questa mia vita spezzettata e che cosa ho ottenuto? bugie ....bugie...e ancora bugie!".......
L’assenza del padre determinerà invece nella figlia una difficoltà nell’instaurare rapporti affettivi. Il padre concorre in diversi modi alla formazione della personalità della figlia; in primo luogo fornendo un’immagine di “differenza” che aiuta i l processo di differenziazione dalla madre, fondamentale per potersi rapportare con persone dell’altro sesso. Per questo, quando ci sono difficoltà nel rapporto padre- figlia il problema che può derivare è di tipo relazionale e sarà proprio con gli uomini della sua vita che interferirà l’immagine interiorizzata del padre. Il passaggio della " fase edipica" è molto delicato ed è proprio in questo periodo che il padre dovrebbe trovare il giusto equilibrio tra distanza e vicinanza. Nel primo caso si rischia di creare una certa difficoltà e timore n el rapportarsi con gli uomini, nel secondo caso l’eccessivo coinvolgimento impedirebbe di vivere la relazione con altri uomini in modo libero, in quanto l’immagine idealizzata del padre risulterà sempre vincente. Sarà importante dunque l’apprezzamento nei confronta della figlia senza peraltro concedere troppa intimità per evitare “fissazioni” sulla sua figura, orientando la libido della bambina sul mondo esterno. La ragazzina deve avere sempre chiara la differenza tra femminile e maschile ed il padre dovrebbe aiutare la figlia a "staccarsi" da lui per aiutarla a conquistare l'autonomia ed a facilitare le future relazioni affettive e sessuali. Di conseguenza sarà fondamentale la presenza della figura materna che rappresenterà per la figlia un modello di riferimento onde evitare che si identifichi nel padre. Ciò causerebbe una situazione molto difficile che minerebbe la sua struttura interna e la sua capacità di relazionarsi con l’altro sesso.
Molti uomini, anche se diventati adulti, risentono dell’assenza della figura paterna che è venuta loro a mancare durante l’ infanzia e l’ adolescenza, vivono sempre la triste sensazione di un grande vuoto difficile da colmare. L’assenza paterna ha loro negato la capacità di diventare individui indipendenti sottraendogli gli strumenti necessari per affrontare la vita e la realtà esterna. La presenza paterna nel figlio maschio offre un modello diverso da quello protettivo offerto dalla madre e solo la presa di coscienza di questi due modelli affettivi permette al bambino di crescere armonicamente.
Erich Fromm psicologo e sociologo tedesco, sosteneva che l’amore del padre è diverso da quello della madre; infatti, mentre lei è chiamata ad offrire un amore “incondizionato” che deve rassicurare il figlio dandogli la sensazione di essere accolto nella vita e dentro essa; il padre deve invece assicurare un amore “condizionato” che deve dare al figlio gli strumenti per conquistare ciò che vorrà nel mondo mettendo in atto comportamenti efficaci anche di fronte alle difficoltà che la vita preserva.
Il figlio maschio dovrà identificarsi con la figura paterna e per fare ciò, avrà bisogno di riconoscere in lui qualità e capacità che lo stimolino ad entrare nel mondo degli uomini. Tra padre e figlio sarà fondamentale lo stare insieme. E’ attraverso “gioco” che il padre contribuisce alla creazione di un rapporto stabile con il figlio, stimolando l’esplorazione e la capacità di affrontare e risolvere i problemi. Attraverso il suo modello il bambino impara a gestire le proprie emozioni e a procrastinare gli impulsi, impara le regole e la disciplina, acquisisce stabilità affettiva e sicurezza.
Il padre è il modello fondamentale della propria identità sessuale. Quando un figlio vive una grande delusione o idealizzazione nei riguardi del padre, possono sorgere dei veri e propri disturbi di personalità Se il padre si manifesta competitivo e aggressivo blocca la personalità del figlio impedendogli di strutturarsi armonicamente. Di fronte ad un atteggiamento del genere il bambino non riesce ad integrare le emozioni violente che sente dentro di sé e vive un profondo stato d’ impotenza. Il figlio tenderà a compensare l’assenza del padre idealizzandolo in maniera spropositata. Ciò creerà un’immagine non veritiera che potrà causare non pochi problemi. Concludendo nel figlio maschio in cui la figura paterna è stata assente, si riscontrerà una maggiore difficoltà nel costruire la propria identità e la propria autoaffermazione.
Nella formazione della personalità del bambino si è sempre data una primaria importanza al rapporto tra madre e figlio. Infatti l’accoglimento del bimbo nel grembo materno e l’allattamento, collocano automaticamente il padre in un ruolo secondario. Nella psicologia moderna invece, la figura paterna ricopre un ruolo fondamentale e altrettanto importante a quello materno. Quando avviene la fase di separazione della simbiosi con la madre, il bambino sposta la propria attenzione verso il mondo esterno rappresentato in primo luogo dal padre il quale, con amore e premura, lo aiuterà a superare questo distacco favorendo e completando la sua crescita il senso di sé e la propria identità. Il bimbo imparerà senza troppa paura ed insicurezza ad uscire dal suo mondo emozionale a due (se stesso - mamma) per intraprendere quello a tre (sé-mamma-papà). Quanto il bambino si renderà conto di far parte di un sistema emozionale a tre riuscirà nel migliore dei modi a sviluppare una psiche armoniosa e una buona capacità a relazionare.
Ecco, è tornato l'autunno. La vita torna quella di sempre. Più frenetica e stressante di quella estiva. Si ripongono gli indumenti colorati e festosi e si fa posto agli abiti dai colori meno vivaci. Si ripulisce la casa e la si prepara per il lungo freddo: si ridistendono i tappeti caldi sui pavimenti, le lenzuola bianche o dai tenui colori sostituiscono quelle coloratissime ed estive, le coperte soffici e calde ricoprono il letto.
Il cambiamento non avviene solo nella casa ma anche dentro noi.
Soprattutto ora, all'inizio dell'autunno, si risente dei piccoli disturbi stagionali, non ci sono più il sole ed il bel tempo che agiscono beneficamente sul nostro organismo e sul nostro umore, spesso ci abbandoniamo alla malinconia.
Ritorniamo ai nostri mille impegni: la casa, la famiglia,la spesa, i figli, la scuola, il lavoro,....E il tempo libero dove è andato a finire? Si rimpiangono i momenti in cui si andava al mare o a fare lunghe passeggiate all'aperto tra spiagge, parchi e sentieri di montagna, momenti in cui il nostro corpo e la nostra pelle, ma soprattuttola nostra mente, traevano enormi benefici. Ora, se abbiamo tempo, ci rinchiudiamo dentro una palestra per fare un pò di movimento: riprendiamo i corsi di Pilates, Fitness, Spinning, Nuoto, Acquagym.... Iniziamo già a preparare il nostro corpo in funzione della prossima estate. Si, l'estate è il succo della nostra vita!
Anch'io dopo una lunga pausa, riprendo a scrivere sul mio blog e voglio iniziare proprio con una poesia che parla dell'autunno, della solutidine e della malinconia.
L'autunno della nostra vita però, che saluta con rimpianto e nostalgia la giovane estate che non c'è più.
Si intravede comunque uno spiraglio positivo alla vita. Forse....