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venerdì 5 novembre 2010

IL CAMMINO PER CONOSCERE MEGLIO SE STESSI - Prima parte -

"Questo libro si sforza di spiegare te a te stesso per renderti capace di vivere in modo più ricco, libero ed equilibrato con te e con gli altri......................La mia speranza è che tu riesca a ritrovarti in questo libro e, dopo esserti riconosciuto, tu possa cominciare a considerarti con un pò più di rispetto".
E' quello che scrive W.H.Missildine (neuropsichiatra  infantile statunitense) nella prefazione del suo meraviglioso libro: "Il bambino che sei stato".
Si parte dal presupposto che ognuno di noi è stato bambino e pertanto le esperienze vissute nell' infanzia determinano i nostri atteggiamenti di persone adulte. Il bambino che siamo stati non fà parte del passato, ma continua ad esistere  dentro di noi ed a condizionare i nostri comportamenti e le nostre emozioni. 
"Cosa è successo al bambino che sei stato? E' morto? E' stato buttato da qualche parte come i giocattoli vecchi, la cartella lo slittino? E' stato forse abbandonato, perso nel corso del tempo e alla fine dimenticato?"
Bisognerebbe imparare a ricordare chi siamo stati e l'ambiente in cui siamo vissuti, e come i nostri genitori hanno interagito con noi bambini. Ogni volta che ci troviamo difronte ad un  solo individuo, vuoi amico o compagno di vita o collega di lavoro, dobbiamo considerare che siamo quattro e non due, accanto a noi  ci sono i bambini che siamo stati. Nel libro sono descritte  vicende accadute ad  alcuni pazienti e riportate come esempio, storie che io tralascerò, mentre mi soffermerò in particolar modo sull'esasperazione di alcuni atteggiamenti patogeni e dannosi dei genitori e delle conseguenze che si ripercuotono sul bambino e sull'adulto che esso diventerà.
Ogni schema psicologico è descritto in maniera "pura" che nella realtà non esiste. Ogni atteggiamento non ci riguarderà totalmente ma potremmo ritrovarci in più profili e  non dimentichiamo che i nostri genitori sono esseri umani con le loro debolezze, portatori di atteggiamenti radicati nella loro cultura e del bambino che sono stati.
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