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domenica 21 febbraio 2010

Ancora esistono i maltrattamenti della donna nella coppia?

Quello che voglio affrontare oggi è il solito discorso sugli abusi e il  maltrattamento della donna . "Solito". E' un argomento trito e ritrito ma ancora irrisolto e quindi attuale e vorrei  limitarmi a parlare nello specifico, del matrattamento della donna nella coppia.
Si pensa che il maltrattamento ancora sommerso e sottostimato, avvenga soprattutto nelle culture straniere, ma i dati dell'associazione CADM, riportano che i pù violenti sono gli uomini italiani di ogni età, razza e classe sociale. La società fino a ieri, considerava la famiglia  una struttura patriarcale, legittimando gli uomini ad avere il controllo del proprio partner.  In molti casi  l'alcool, le droghe ed i problemi psichici spesso sono la causa dell'aggravamento di varie  situazioni .
Spesso è la donna fragile a subire la violenza, la donna che ha scarsa stima di sé, che non riconosce di avere delle risorse e/o non le utilizzza nella maniera idonea, questa  svalorizzazione di sé a volte è anche l'effetto delle persone che hanno vissuto un clima familiare violento.
Ho sentito spesso uomini lamentarsi della propria compagna e dire:- Ha cominciato lei......E' lei che mi ha provocato! Non ha fatto quello che le avevo chiesto..!
Nessun comportamento o provocazione della donna, dico nessuno, può giustificare l'uso del maltrattamento  e della violenza e farla sentire responsabile e colpevole.
Comunque sia è importante che la violenza venga alla luce e sia affrontata con aiuti esterni. Gli studi a questo riguardo dimostrano che i bambini crescono in modo più sereno con un genitore equilibrato piuttosto che con due genitori in conflitto.
La  violenza si instaura in modo graduale attraverso litigi anche  banali, che... 
(continua)





....col tempo divengono più frequenti e più intensi, fino a quando la situazione precipita ed esplode l'aggressività, ogni volta più pesante.  Quasi sempre ai maltrattamenti seguono periodi di  clima sereno,  scuse, promesse, magari effettivi cambiamenti del partner, che per sfortunata però, non durano a lungo. E si ricomincia da capo... Questo è il “ ciclo della violenza”....e spesso è questo anche il percorso delle donne che lo vivono: avvertire i segni premonitori, subire l'aggressività che aumenta pian piano, perdonare o cercare di far finta che non sia successo niente quando la situazione si calma per poi ricominciare daccapo. La donna con addosso i segni della violenza subita , si vergogna di uscire e quando lo fà deve trovare per  i parenti, i vicini di casa,  i medici del pronto soccorso, i carabinieri, mille giustificazioni: sono caduta, ho sbattuto nella porta, la finestra era aperta, sono scivolata dalle scale, e mille e mille altre scuse che deve studiare ed inventare. La donna è legata all'uomo che la percuote dall'amore, dall'odio, dalla vergogna e dalla paura e le conseguenze si ripercuotono nella sua vita per lungo tempo. La violenza  produce un trauma profondo che può colpire molti aspetti della vita, della persona e delle relazioni e sono spesso difficili da capire.  Quasi sempre chi ha vissuto un trauma riesce a mettere in atto delle strategie per difendersi dal dolore, barriere mentali o fisiche che aiutano a sentire un po' meno la sofferenza, a non pensarci, a fare come se nulla fossa successo, a regalarsi dei momenti di oblio e di libertà, a spiegarsi e riprendere il controllo su quello che accade. Alcune di queste strategie però,  apparentemente efficaci in un primo momento, possono in seguito divenire veri e propri disagi. Talvolta ad esempio si cerca di calmare l’ansia e le preoccupazioni assumendo alcool, droghe o eccedendo con gli psicofarmaci, ma col tempo possono  diminuire le energie per poter affrontare la situazione. Se non si  riceve un  adeguato sostegno, si possono sviluppare conseguenze e disturbi più evidenti e definiti, quali attacchi di panico, fobie,disturbi alimentari, disturbi del sonno (incubi, sogni ricorrenti), malesseri o malattie di tipo psicosomatico, dipendenza da sostanze.
Gli psicologi hanno dato un nome a questo insieme di reazioni: sindrome post-traumatica.
Le situazioni di maltrattamento sono complesse e  noi che siamo al di fuori ,ci sentiamo impotenti e scoraggiati per il fatto di non riuscire a fermare la violenza. A volte ci può sembrare incomprensibile e impossibile , ci chiediamo: Come fà una donna ad accettare tutto questo? Perchè non riesce ad interrompere questo ciclo di violenza? Tutto questo  spesso provoca in chi le è vicino, rabbia e frustrazione. E' importante sapere che ogni donna ha bisogno di tempo per decidere cosa fare e quindi evitare di  giudicarla in modo negativo tantomeno colpevolizzarla.
Per riuscire a denunciare, la donna deve riscoprire il proprio valore di donna, la dignità del sentimento femminile e del suo potere di “dare vita”.





3 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao,sono patrizia vitobello,non sapevo che avevi un blog,che brava!

chiaramarina ha detto...

quanto hai ragione. Una mia carissima amica soffre come un cane perché da quando era piccola il padre picchia la madre davanti a lei.
La madre vorrebbe andarsene ma purtroppo non ha i soldi per farlo...
che tristezza

Ambra ha detto...

Anch'io conosco situazioni simili, figurati che sono maestra d'asilo ed ho visto tanti bambini soffrire per colpa di situazioni drammatiche.
Grazie Chiaramarina. Ciao Ambra