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venerdì 19 febbraio 2010

Donne nella società, nella storia, nella poesia


Beatrice Portinari




 Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia, quand'ella altrui saluta,
ch'ogne lingua devèn, tremando, muta,
e li occhi no l'ardiscon di guardare.
Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d'umiltà vestuta,
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
Mostrasi sì piacente a chi la mira
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che 'ntender no la può chi no la prova;
e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien d'amore
che va dicendo a l'anima: Sospira.

Questo è il sonetto che Dante Alighieri dedica a Beatrice Portinari nella sua opera Vita Nova . Beatrice è la prima donna a lasciare una traccia indelebile nella nascente letteratura italiana Secondo la Vita Nova Beatrice fu vista da Dante per la prima volta quando aveva 9 anni e i due si conobbero quando lui aveva diciotto anni. Andata in sposa...........





.......al banchiere Simone dei Bardi nel 1287, si crede anche che si sia spenta nel 1290 a soli ventiquattro anni. Il testo è un assemblaggio di diverse poesie scritte in diverse fasi delle vita di Dante che vengono riunite in una sola opera. (appunto la Vita Nova) a partire dal 1290, anno in cui morì Beatrice. Non si conoscono con precisione gli anni di composizione di quest'opera, si può comunque ipotizzare con relativa certezza che le diverse componenti dell'opera sono frutto del lavoro di circa un decennio, culminato nella stesura dell'opera in questione. La donna amata da Dante, divenuta l'ispiratrice della sua poesia è, nella Divina Commedia, maestra di verità, il tramite che permette a Dante e all'intera umanità di arrivare al Paradiso e alla contemplazione di Dio. Il suo amore è di triplice natura: è sentimento, è pensiero, è fede . Vede in lei qualcosa di soprannaturale, tanto che nella Divina Commedia viene posta in Paradiso. Beatrice subisce un processo di spiritualizzazione, lei non è più donna ma solo creatura angelica e rappresenta la Fede ed accompagna il pellegrino nel Paradiso.


Beatrice tutta ne l'etterne rote
fissa con li occhi stava; e io in lei
le luci fissi, di là sù rimote.
Nel suo aspetto tal mi fei,
qual si fé Glauco nel gustar de l'erba
che'l fè consorto in mar de li altri dèi.

Questo è un verso del  I canto del Paradiso quando Dante incontra la sua amata e quello sottoriportato è il suo significato:
Beatrice stava con gli occhi fissi ai Cieli eterni; ed io fissai gli occhi in lei, dopo averli rimossi dal sole. Nel guardare lei divenni dentro di me come Glauco nel momento in cui mangiò dell'erba che lo rese simile agli dei marini. Tali sensazioni non si possono esprimere con le parole.


Quale donna non vorrebbe essere amata in maniera così vera, profonda e pura come  Dante ama Beatrice? Questo amore è vissuto come qualcosa di più di una semplice passione, è un affetto che non è solamente sentito, come avviene per i più. E' un amore ragionato e voluto, un amore che sente, che vuole, che può: è tutta la sua personalità che si afferma e si esplica in quel modo.

4 commenti:

chiaramarina ha detto...

Premetto che a me Beatrice mi è sempre stata antipatica perché da come la descriveva Dante se la tirava troppo.
Sa sarà proprio per questo che Dante le stava così dietro?
Interpretazione psicologica spicciola e moderna della divina commedia ;)

Ambra ha detto...

E' sempre così, più una se la tira e più gli uomini le corrono dietro.
Ho toccato un argomento vasto ed è molto difficile sintetizzare. Ci ho provato. Grazie chiaramarina

Unknown ha detto...

Non credo sia questione di "tirarsela piu' o meno volontariamente"...l'essere umano in generale e l'uomo in particolare sono attratti da cio' che credono sia difficile da raggiungere. L'atavico istinto della caccia...

Ambra ha detto...

Gli uomini difficilmente si tirano indietro anche se la preda è facile. Forse la lotta la rende più desiderabile.
Grazie Ross